COS'È
IL TEST
Il test consiste in un prelievo di sangue che, analizzato, diagnostica
la presenza o meno dell'infezione da Hiv.
Il test serve a rilevare la presenza nel sangue degli anticorpi anti-Hiv,
che si sviluppano solo se la persona che fa il test è venuta
in contatto con il virus.
Il risultato del test è positivo se si riscontra la presenza
di anticorpi contro il virus (sieropositività all'Hiv), è
negativo quando nel sangue non vi è traccia degli anticorpi (sieronegatività
all'Hiv).
Devi sapere che il periodo di formazione degli anticorpi anti-Hiv può
variare da un minimo di qualche settimana fino a 3 mesi dopo che si
è venuti a contatto col virus.
Questo arco di tempo è chiamato periodo finestra. Ciò
significa che una persona, pur risultando negativa al test in quanto
non ha ancora sviluppato gli anticorpi, può avere già
contratto l'infezione e quindi può trasmettere ad altri il virus.
Il test per l'Hiv verifica solo la presenza o meno degli anticorpi al
virus, ma non da nessuna informazione sullo stato di salute e sul sistema
immunitario.
Il test non ha valore di prevenzione: qualsiasi sia l'esito, i comportamenti
da adottare sono gli stessi (rapporti sessuali sicuri e non utilizzare
in comune siringhe).
METODICHE
La metodica normalmente utilizzata si articola in due livelli: l'Elisa,
test di I livello al quale segue, solo in caso di esito positivo o dubbio,
il Western Blot (wb), test di II livello o di conferma, in grado appunto
di confermare il risultato di positività.
Se il test Elisa risulta negativo ed è stato effettuato dopo
il periodo finestra, il suo risultato è attendibile e non è
necessario effettuare il test di II livello (Western Blot)
ALTRE POSSIBILI
METODICHE
Test dell'antigene p24
Il test dell'antigene p24, ricerca nel sangue tale antigene, il quale
è una proteina presente nel virus HIV. La presenza di questa
proteina nel sangue è indice di una elevata replicazione virale
ed è rilevabile nel periodo immediatamente successivo al contagio
(e nelle fasi avanzate della malattia). Questo test può essere
effettuato 2-6 settimane dopo il possibile contagio, poiché successivamente
potrebbe anche negativizzarsi; mediamente diventa positivo dopo 16 giorni
dal contagio. Va però precisato che, anche nel periodo indicato,
la positività di questo test è frequente ma non certa,
di conseguenza un suo risultato negativo non ha un valore definitivo
ed occorre comunque effettuare il test ELISA dopo 3 mesi dal comportamento
a rischio.
C'è inoltre da precisare che questo test è relativo solo
all'HIV-1 e non all'HIV-2. Tuttavia l'HIV-2 risulta diffuso solo in
Africa occidentale, pertanto la sua presenza in Italia è ridotta
a casi isolati.
Test di tipo
NAT, in particolare, test della PCR qualitativa
Ci sono dei test, noti con l'acronimo NAT (Nucleic Acid Test), in grado
di evidenziare direttamente la presenza di materiale genetico del virus,
come HIV-RNA o HIV-DNA, nel sangue, mediante tecniche in grado di moltiplicare
(amplificare) anche quantità estremamente piccole di tale materiale
per poi identificarlo e quantificarlo. Una di queste tecniche è
nota come PCR (Polymerase Chain Reaction o reazione a catena della polimerasi).
Esistono due tipi di test PCR per l'HIV: la PCR quantitativa,
per misurare la viremia o carica virale, cioè per misurare quante
copie virali ci sono nell'unità di volume di sangue, e la PCR
qualitativa che invece si limita soltanto a rilevare la presenza
del materiale genetico del virus.
In caso di possibile esposizione all'HIV, per stabilire se sia avvenuto
il contagio, si preferisce utilizzare la PCR qualitativa, poiché
quella quantitativa, a volte, dà luogo a false positività,
per cui è meglio utilizzarla solo in caso di contagio già
precedentemente accertato. Occorre inoltre notare che, mentre con la
PCR qualitativa si può identificare o l'HIV-DNA provirale o HIV-RNA
virale, la PCR quantitativa determina il numero di copie per unità
di volume di HIV-RNA.
Secondo i CDC di Atlanta e secondo la FDA, con la PCR qualitativa, ed
in generale con i test di tipo NAT, la durata media del periodo finestra
si riduce a 12 giorni.
Inoltre, secondo quanto si ritiene, un risultato negativo della PCR
qualitativa dopo 28 giorni ha un'attendibilità superiore al 99%
ed è considerato dalla grande maggioranza dei medici già
attendibile molto prima (15-20 giorni dopo l'evento a rischio). Tuttavia,
SOLO PER PRECAUZIONE, si consiglia ugualmente il test ELISA dopo 3 mesi.
Test combinati
Per la diagnosi precoce vengono spesso utilizzati test combinati HIV
Ab-p24 o HIV Ab-PCR o, meglio ancora, HIV Ab-p24-PCR. Un test HIV Ab-p24-PCR
ha un costo di 150-200 euro (o più), costo legato essenzialmente
alla PCR, però, in base a quanto detto poc'anzi, un suo risultato
negativo dopo 28 giorni dall'evento a rischio fornisce praticamente
una certezza quasi assoluta di non avvenuto contagio. Tuttavia, anche
in questo caso, SOLO PER PRECAUZIONE, si consiglia ugualmente il test
ELISA dopo 3 mesi.
ACCESSO
AL TEST
Puoi effettuare il test per l'Hiv, in forma gratuita, presso le Unità
Operative Aids delle Asl.
Le modalità di accesso cambiano di struttura in struttura: generalmente
non è richiesta l'impegnativa del medico di base e basta presentarsi
direttamente presso le Unità Opertative. In alcune strutture
è necessario invece prenotarsi.
In Emilia-Romagna la prenotazione, in forma anonima
e gratuita, può essere fatta attraverso il numero verde
regionale 800 856 080
IL
TEST È VOLONTARIO
Non puoi essere sottoposto, senza il tuo consenso, ad analisi tendenti
ad accertare l'infezione da Hiv, se non per motivi di necessità
clinica nei tuoi interessi.
Il test è assolutamente volontario e, perché venga eseguito,
è necessario il tuo consenso esplicito, dopo esser stato informato
delle caratteristiche del test (che cos'è, come funziona, che
cosa significa seriopositività, cosa vuol dire invece Aids).
Anche in caso di ricovero ospedaliero il test non può essere
effettuato a tua insaputa, ma solo con il tuo consenso scritto.
Può capitare infatti che al momento di un ricovero tu sottoscriva
un foglio in cui affermi di accettare tutti i trattamenti ai quali verrai
sottoposto, ma questo non avrà valore legale se per ciascuno
dei trattamenti, e quindi anche per il test, non sia stata data una
specifica autorizzazione.
La decisione di fare il test è solo tua: prendi il tempo che
ti occorre per affrontarlo serenamente. Sappi che una diagnosi precoce
potrebbe consentirti più scelta nel valutare un percorso terapeutico.
LA
TUTELA DELL'ANONIMATO E DELLA RISERVATEZZA
Quando decidi di fare il test hai il diritto di chiedere che sia garantita
la tutela della tua privacy.
I servizi preposti effettuano il test in forma anonima o in forma riservata.
Test anonimo: quando non viene richiesto alcun documento personale,
ma viene utilizzato un codice criptato per la tua identificazione.
Test riservato: al momento dell'effettuazione o del ritiro dei risultati,
è necessario che tu esibisca agli operatori un documento identificativo.
Per tutti i tuoi dati anagrafici (nome, cognome, sesso, data di nascita,
comune di residenza e indirizzo completo) che verranno richiesti al
momento del test, sia nei laboratori pubblici che privati, il personale
sanitario è vincolato dal segreto professionale e d'ufficio e
deve adottare tutte le misure di sicurezza necessarie a garantirne la
massima riservatezza.
La tua identità ed ogni informazione riguardante l'esecuzione
ed il risultato dell'esame non possono essere in nessun caso divulgate.
LA
COMUNICAZIONE DEI RISULTATI
Il momento della comunicazione del risultato del test è sicuramente
tra i più delicati.
È dunque compito di chi comunica il risultato fornire un adeguato
sostegno psicologico.
Il counselling si effettua generalmente sia prima che dopo il test e
mira tra l'altro a comprendere se sei stato realmente esposto a rischio
di infezione e ad informarti correttamente sui comportamenti sicuri.
Il risultato dovrà essere consegnato esclusivamente a te che
hai effettuato il test e la comunicazione non deve avvenire mai per
lettera o per telefono.
Puoi eventualmente autorizzare il medico a riferire ad altre persone
da te indicate il risultato. Questa autorizzazione deve essere data
sempre per iscritto.
DOMANDE & RISPOSTE
Quanto costa
il test?
Il test, nelle strutture pubbliche, è del tutto gratuito.
È possibile
che il test venga effettuato senza il mio consenso?
Assolutamente no, il test è volontario ed è comunque necessario
il tuo consenso esplicito ed informato. È possibile soltanto
nel caso di persona incapace di intendere e volere per la quale sia
applicabile il Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso). Il Tso è
regolato dalla legge ed è disposto dal Sindaco su proposta motivata
di un medico ed è diretto alla cura e alla prevenzione di malattie.
Il test può
essere disposto a fini sperimentali?
Assolutamente no, inoltre non può neanche essere basato su motivi
e finalità politiche, razziali o comunque estranei alla cura
di malattie nel tuo interesse e della colletività.
Cosa prevede
la legge nel caso in cui io sia minorenne e decida di fare il test?
In questo caso la legge prevede che il consenso sia a carico dei tuoi
genitori o di chi esercita la patria potestà. Se desideri comunque,
e con motivate cause, non comunicare ai genitori la decisione di fare
il test, la prassi é quella di prendere in considerazione la
tua richiesta se hai più di 14 anni. Se dopo attento colloquio
verrà effettuato il test, questa decisione sarà comunicata
con le motivazioni al Tribunale dei minorenni. Se sei minorenne e sposato,
non hai bisogno del consenso di altri per effettuare il test.
Il datore di
lavoro può chiedemi di sottopormi al test?
No, ciò è vietato dalla legge, così come ogni altro
accertamento sul tuo stato di salute.
Se
hai dubbi puoi chiamare la nostra info-line:
Lila Bologna: lunedì - martedì - giovedì
dalle 19 alle 20.30 al 051.6350025; mail
info