L’introduzione dell’evasometro serve alla Guardia di Finanza per incrociare più facilmente e rapidamente i dati e dunque notare in anticipo movimenti di denaro sospetti e discrepanze tra guadagni e dichiarazioni: quando si è soggetti a controlli e quando si è a rischio.
L’evasione fiscale è da sempre un problema enorme per le finanze dell’Italia. La lotta in questi anni ha dato qualche frutto e l’introduzione di sistemi di pagamento informatizzati – sia per il pagamento degli stipendi che per gli acquisti – ha permesso di certo di ridurre la circolazione di denaro la cui fonte è sconosciuta e non registrata, ma tuttavia questo non ha risolto il problema alla base.

Esistono ancora modi per aggirare i controlli e guadagnare in “nero”, così come esistono modi per i “furbetti” di fare circolare la maggior parte dei propri guadagni al di fuori dei confini nazionali. Sono proprio questi, noti come “Grandi evasori”, ad essere posti sotto la lente d’ingrandimento del Fisco e sono loro i principali obiettivi dell’evasometro, il nuovo meccanismo di controllo a disposizione della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate.
Una delle maggiori difficoltà, infatti, è quella di avere comunicazioni tempestive e precise sui guadagni che non sono direttamente controllabili dall’Italia e adesso questa difficoltà è stata abbassata dalla possibilità di richiedere e ottenere dati in qualsiasi momento ed in tempi brevi anche dall’estero.
Come funziona l’evasometro e chi è a rischio controllo
L’AdE è certa che l’introduzione dell’evasometro al posto del redditometro permetterà di avere maggiori risultati nella ricerca di chi evade le tasse. Lo scopo è chiaramente quello di beccare chi aggira la legge per fare passare “sotto banco” ingenti quantità di denaro e il modo di riuscirci è quello di controllare da vicino quei soggetti che sono ad alto rischio di debito nei confronti dello stato.

Il metodo applicato è quello dell’incrocio dei dati:
- che provengono dall’anagrafe dei rapporti finanziari;
- che derivano dal Crs, il Common Reporting Standard;
- inseriti direttamente dai contribuenti all’interno della dichiarazione dei redditi.
L’arma in più quella di poter contare sul Silver Crest, ovvero un accordo di collaborazione internazionale che riguarda la bellezza di 50 Stati e che garantisce la possibilità di accesso immediato a dati finanziari che facilitano la possibilità di trovare somme non dichiarate.
Ma chi è che finisce sotto la lente d’ingrandimento del Fisco? Ci sono certamente i soggetti che hanno grossi debiti fiscali (a partire dai 50.000 euro), lo scopo è quello di capire se hanno aderito alla rottamazione dei debiti in maniera corretta o se la utilizzano come strumento per distogliere l’attenzione del Fisco.
Poi ci sono quelli le cui spese annue si discostano del 20% dai guadagni dichiarati, e quelli la cui differenza tra le due voci è superiore ai 70.000 euro. Sono inoltre tenute sotto controllo tutte quelle transazioni mensili che raggiungono o superano i 5mila euro. Al fine di comprendere se c’è stato un illecito vengono utilizzati i seguenti metodi di controllo:
- il Common Reporting Standard (CRS), che permette di scambiare automaticamente le informazioni fiscali;
- le segnalazioni che gli intermediari fiscali sono obbligati a effettuare;
- l’archivio dei rapporti finanziari.
Se hai qualsiasi tipo di dubbio chiedi sempre al Caf che segue le tue pratiche o al commercialista!