Bimbi piccoli in ospedale per malattie evitabili, il grido d’allarme arriva dal Sant’Orsola. I dati parlano chiaro: senza vaccini, le infezioni tornano a far paura. La soglia di sicurezza è ancora lontana
C’è un momento, nei corridoi dei Pronto soccorso pediatrici, in cui il rumore cala. I monitor suonano piano, le porte scorrono lente, e si sente solo il respiro affannato di un bambino, la voce bassa di una madre che chiede se tutto andrà bene.
Non è la scena di un film. È quello che succede quando una febbre diventa disidratazione, quando un’influenza si complica, quando una malattia che sembrava lontana arriva di nuovo tra noi. E spesso, dietro quei letti occupati, c’è una parola che torna sempre uguale: prevenire.
Non è un’accusa, ma una constatazione. Ed è da qui che parte l’appello, serio e pacato, di chi quei corridoi li attraversa ogni giorno.
Il professor Marcello Lanari, che guida la Clinica pediatrica del Sant’Orsola, ha scelto la Settimana europea delle vaccinazioni per ricordare una verità che ogni tanto ci sfugge: i vaccini funzionano, ma da soli non bastano. Serve che ci sia chi li fa.
Lo dice con la concretezza di chi ha visto, negli ultimi mesi, casi su casi di varicella, rotavirus, influenza. Malattie che suonano familiari, ma che nei più piccoli possono diventare un incubo. «Abbiamo avuto bambini con gastroenteriti così forti da dover essere ricoverati – spiega Lanari –. E anche casi di influenza complicata, con danni al sistema nervoso, ricoveri in terapia intensiva».
Scene difficili da accettare, se si pensa che, con una puntura fatta per tempo, forse non sarebbero mai accadute. Ma il problema non si ferma lì.
Nel 2024, secondo l’OMS, il morbillo è tornato a colpire duro in Europa: quasi 35mila casi, con 23 morti. La metà di questi erano bambini sotto i cinque anni. E l’Italia, ancora una volta, non ha fatto eccezione.
I livelli di copertura vaccinale restano sotto quel fatidico 95% che garantisce l’immunità di gregge. In alcune regioni si scende molto sotto, e questo basta per far passare il virus da una scuola all’altra, da un passeggino all’altro.
Il dato più amaro? Per alcune vaccinazioni si vede una lieve risalita, per altre addirittura un calo. Come se la pandemia, che ci aveva spaventati abbastanza da correre ai ripari, fosse stata già dimenticata. Eppure le prove ci sono. Funziona, quando lo si fa bene. La campagna nazionale contro il virus sinciziale, ad esempio, ha evitato tante bronchioliti nei neonati grazie a un nuovo anticorpo monoclonale. Risultato concreto, misurabile. Niente slogan.
Poi ci sono quei vaccini che non fanno notizia, ma che toccano altre corde. Come quello contro l’HPV, l’infezione che colpisce 8 donne su 10 nel corso della vita. È legata a tumori che si possono prevenire, se si agisce per tempo. In Italia, il vaccino è gratuito al dodicesimo anno, sia per ragazze che per ragazzi. E serve a interrompere la trasmissione, anche nei rapporti sessuali.
«Non è obbligatorio – ricorda Lanari – ma è fortemente raccomandato». Anche qui, basterebbe poco. Ma quel poco, spesso, manca.
Abbandonare completamente i detersivi in favore di soluzioni sostenibili in casa è possibile: ecco tutti…
Scopri come risparmiare sulle bollette di luce e gas con semplici trucchi. Riduci i costi…
Belen Rodriguez sorprende ancora una volta i suoi fan con un nuovo taglio di capelli…
Mediaset non starebbe badando a spese pur di assicurare un cast di prima grandezza a…
Hai la doccia intasata e quei cattivi odori che proprio non vogliono andarsene? Ti racconto…
L'introduzione dell'evasometro serve alla Guardia di Finanza per incrociare più facilmente e rapidamente i dati…